Faccio un’unica premessa, parlando più da mamma che da professionista.

Ritengo importantissimo l’allattamento al seno, ma per una neomamma è un momento di forte sensibilità/fragilità e può diventare perfino un fortissimo stress e a volte se non ci si riesce lo si vive come un fallimento. Per questo, il mio consiglio da mamma è quello di vivere questa fase in modo più sereno possibile e se per caso non dovesse andare come si vuole, non farsene una colpa! Per fortuna ci sono formule lattee adatte alle più disparate esigenze.

Il mio discorso non va frainteso, ma trovo che non in tutti i casi il professionista debba spingere per forza sull’allattamento al seno, va valutata la situazione generale. Se ci sono difficoltà nell’allattamento ci si può rivolgere non solo al pediatra ma anche ad una ostetrica. Le indicazioni sono comunque in aggiornamento, già tra il mio primo e la mia seconda figlia le informazioni ricevute in ospedale erano cambiate e questo può generare confusione. Quindi se avete bisogno di chiarimenti non esitate a chiedere, per una neomamma sono momenti molto delicati.

Io ho allattato entrambi i miei figli, ed è stata una mia scelta e le modalità in cui l’ho fatto sono state dettate dalle esigenze famigliari e lavorative . Ad esempio l’uso del tiralatte mi era stato sconsigliato dalla pediatra che ipotizzava che così il latte mi sarebbe diminuito. Nel mio caso, al contrario, il tiralatte è stato fondamentale per poter allattare e lavorare. Il latte non è calato e anzi ne ho sempre avuto sia per i miei bimbi, che per poter fare scorta surgelandolo e l’ho anche donato all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna (allattami-banca del latte materno donato bologna). Vi segnalo infatti che esistono delle realtà di questo tipo in diversi ospedali italiani, dove viene raccolto il latte di mamme che volontariamente lo donano e viene utilizzato per i neonati ricoverati nelle terapie intensive neonatali, perché il latte materno è fondamentale per la gestione di certe problematiche che possono riguardare i piccoli pazienti e perché comunque il latte materno potendo è da preferirsi. Vi scrivo questo perché trovo importante far conoscere queste iniziative, proprio in un articolo in cui si parla di allattamento e per ribadire il mio punto di vista: l’allattamento al seno è importantissimo ma resta una scelta.

L’allattamento al seno, assolutamente consigliato per la salute di mamma e bambino, è una scelta quanto l’allattamento artificiale o misto. Non esistono donne che non “riescono” ad allattare o che “falliscono”, ma donne che per il benessere personale e della propria famiglia possono scegliere di nutrire il bambino attraverso una via alternativa al seno: come ho già scritto io, per esigenze lavorative, ho utilizzato molto il tiralatte, in modo che potesse essere qualcun altro a dare il pasto ai miei figli quando non potevo esserci  nell’orario giusto.

Detto ciò, vediamo come una mamma si dovrebbe alimentare in caso di allattamento al seno.

INDICAZIONI GENERALI

La mamma nel periodo dell’allattamento deve mantenere un’alimentazione equilibrata e sana oltre ad abitudini di vita regolari, affinché la produzione lattea si mantenga nel tempo e per rendere il latte ben tollerato.

L’alimentazione deve assicurare energia e alcuni nutrienti in quantità maggiore di quella solita perché ne è aumentato il fabbisogno. L’incremento calorico è costante per tutto il periodo dell’allattamento (circa 500 kcal/die), non bisogna però mangiare per due!

In modo un po’ generalizzato vi presento tre mamme diverse che in allattamento devono fare attenzione all’alimentazione in modo particolare, per un verso o per l’altro:

  • Una mamma che dopo il parto è decisamente in sovrappeso, nonostante il fabbisogno sia aumentato, non deve esagerare con le calorie, anzi l’allattamento può essere un aiuto importante proprio per perdere peso.
  • Una mamma che per occuparsi del suo piccolino fa una vita eccessivamente sedentaria, anche se normopeso, deve fare attenzione all’alimentazione.
  • Una mamma che tra allattamento e maternità si “dimentica” un po’ di sé stessa, non si alimenta in modo corretto e rischia di “prosciugarsi” e di perdere troppo peso.

Proprio perché l’allattamento è un momento molto delicato così come la maternità, queste osservazioni vanno viste nella giusta ottica: non sono una critica alla mamma, ma suggerimenti per il benessere presente e futuro della mamma stessa e del suo piccolino.

COSA FARE?

E’ necessario aumentare:

  • apporto proteico
  • apporto vitaminico, in particolare le vitamine del gruppo B, la vitamina C, la vitamina A, la vitamina E e la vitamina D (fondamentale per lo sviluppo osseo del neonato e per il mantenimento di quello materno).
  • assunzione di calcio e fosforo.

Questi fabbisogni sono soddisfatti se si adotta un’alimentazione:

  • molto varia comprendente latte e latticini (anche vegetali), carne, pesce, uova, legumi, cereali (anche integrali) e derivati, verdura, frutta (preferibilmente bio, di stagione e a km 0) e olio extravergine di oliva
  • priva di eccessi
  • ricca di alimenti con tenore in grasso controllato o ridotto (carni magre, latte parzialmente scremato…) e di prodotti freschi.
  • povera di prodotti confezionati (contengono conservanti, coloranti, additivi..), di cibi grassi, di bevande industriali…

In alcuni casi può essere utile l’assunzione di integratori alimentari che aiutino la mamma a soddisfare le nuove ed aumentate necessità, chiedere consiglio al medico e/o al pediatra su quale sia il più indicato da assumere nel singolo caso.

Ricordo che il sapore del latte materno cambia in base all’alimentazione, questo primissimo “approccio” ai sapori può fare dell’allattamento anche un ottimo trampolino di lancio per lo svezzamento: in modo da proporre al piccolo gusti che, in misura ovviamente più tenue conosce già, cosa che avveniva già durante la gravidanza.

Importante sottolineare che nel neonato, soprattutto molto piccolo, il sapore del latte non ha un impatto così significativo: se un neonato ha fame, mangia!

Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che correlino l’alimentazione materna alle possibili coliche gassose del neonato. Nel caso si possono fare dei tentativi, chiedendo sempre a pediatra e/o ostetrica, ad esempio sembra che il neonato possa reagire alla proteina b-lattoglobulina del latte vaccino, ma ribadisco non è scientificamente provata la relazione causa-effetto.

E’ difficile che succeda con l’allattamento al seno, ma può comunque capitare, che il neonato soffra di stitichezza, anche in questo caso chiedete a pediatra ed ostetrica. Ci sono massaggi e posizioni che possono aiutare il piccolino. Da un punto di vista dell’alimentazione materna un tentativo può essere sempre quello di togliere latte e latticini per problemi legati alle proteine del latte e introdurre più frutta e verdura, ma ribadisco sono opzioni da valutare e che possono non servire a niente.

Ricordo anche che la produzione del latte in termini qualitativi, rimane tale , solo in caso di grave malnutrizione materna ci sono carenze nutrizionali importanti.

Acqua

Dato che il latte è costituito per la maggior parte d’acqua, è importantissimo bere quantitativi d’acqua appropriati (alcune donne arrivano a bere fino a 3-4l al giorno), può essere utile un’acqua ricca di calcio e povera di nitriti.

 

Alimenti consigliati

  • Latte, formaggio e yogurt o kefir (anche vegetali) non possono mancare perché assicurano calcio e proteine ad alto valore biologico. Preferire latte e yogurt parzialmente scremati, formaggi freschi magri e parmigiano. Valutare la sospensione in caso di coliche del neonato. Se ci sono problemi con la gestione del lattosio, si può usare privo di lattosio o latte di origine vegetale
  • Carne, pesce e uova apportano ferro e proteine ad alto valore biologico. Il pesce ha un buon contenuto in acidi grassi insaturi importanti durante l’allattamento. Prediligere i tipi magri e fare attenzione ai metodi di cottura preferendo quelli più semplici (vapore, al forno, lessare) e agli ingredienti che si aggiungono nella preparazione, 2-4 uova possono essere consumate nella settimana. Andrebbe scelto pesce di piccola taglia perché contiene meno contaminanti di quelli grossi, consiglio poi di preferire quello pescato rispetto a quello di allevamento e di origine italiana.
  • Pane, pasta, patate e legumi apportano energia e sono fonti di carboidrati a lento assorbimento, di importanti proteine vegetali, di fibra e di vitamine del gruppo B. In alcuni casi i legumi possono dare fastidio a mamma e bambino, saggiare la tolleranza individuale. I legumi sono da tener presenti come fonte proteica vegetale da introdurre circa 3 volte a settimana in alternativa a carne, pesce, uova e formaggi.
  • Frutta e ortaggi apportano vitamine, minerali e fibre, variare tra crudo e cotto ed in base alla stagionalità.
  • E’ importante bere tanto: acqua, spremute o succhi di frutta naturali, bevande analcoliche possibilmente non troppo ricche di zuccheri.

Alimenti da evitare

  • Sono sconsigliate le bevande nervine o contenenti caffeina e quelle alcoliche.
  • Sono da evitare le bibite industriali.
  • Evitare i dolcificanti, in caso usare stevia o miele.
  • Evitare il pesce di grossa taglia (tonno, spada…).

Stile di vita

  • Assolutamente controindicato il fumo.
  • E’ indicata una vita all’aria aperta accompagnata da un buon esercizio fisico, compatibilmente con lo stato di salute della mamma, in linea generale una passeggiata quotidiana all’aperto può essere consigliata in tutte le situazioni.
  • La neo-mamma deve anche, per quanto sia oggettivamente possibile, cercare di riposarsi il più possibile magari adeguandosi ai nuovi orari imposti dal neonato e facendosi aiutare da chi le sta vicino, per poter dedicare le energie alla cura del bambino e alla ripresa delle proprie forze.

In conclusione

Durante l’allattamento bisogna mangiare in modo sano ed equilibrato, in modo da garantire tutto ciò di cui c’è bisogno alla mamma e al neonato, tenendo conto che un po’ di appetito in più è fisiologico proprio per rispondere alle nuove necessità. Non si deve mangiare né troppo né troppo poco e fare un giusto movimento.

La neomamma deve sapere che ci sono figure specializzate a cui poter chiedere consigli e supporto: ostetrica, pediatra, dietista.